LA BIORISONANZA

STORIA DELLA BIORISONANZA

La tecnica della biorisonanza può aiutare l’autoguarigione

Il trattamento tramite la biorisonanza applicata consiste in una terapia che agisce sull’equilibrio elettromagnetico e biochimico del corpo umano favorendo l’autoguarigione di malattie o disturbi funzionali dell’organismo.

La biorisonanza è una terapia che sfrutta le energie o meglio le frequenze elettromagnetiche generate dalle cellule del corpo umano.

E’ una disciplina che per ciò che riguarda il corpo umano si fonda sui principi di agopuntura della medicina tradizionale cinese  e per quanto riguarda le sostanze sul concetto alla base dell’omeopatia.

La biorisonanza vede la persona nel suo insieme, nella complessa interazione di sistemi corporali e non come semplice somma dei singoli organi.  In particolare, dato che il corpo umano è composto prevalentemente d’acqua, che è un buon conduttore di energia, è chiaro che le cellule che compongono il corpo umano siano energeticamente sensibile e influenzabili.

La teoria della sua validità si basa proprio sul fatto che le cellule si scambiano tra loro informazioni frequenziali: ogni cellula, e quindi ogni organo, emette una sua frequenza che può essere legata a strutture sane, ma anche generata da situazioni patologiche. 

Lavorare sulla frequenza generata dalle cellule: questa è la biorisonanza.

Cosa significa biorisonanza?

Il termine biorisonanza deriva dal greco “bios” = vita e dal latino “resonare” = risuonare.

Si tratta di un’applicazione non invasiva nella quale  determinate onde elettromagnetiche, ripristinano per risonanza le frequenze originali delle cellule che compongono i nostri organi: da qui il termine risonanza biologica.

Storia della disciplina

Nel 1977 il medico tedesco Franz Morell capì per la prima volta l’importanza di intervenire direttamente sul livello di controllo bioenergetico anziché agire solo con trattamenti farmaceutici.

Il medico iniziò ad esprimere la sua teoria sulla base della quale la guarigione può essere ottenuta non solo  intervenendo fisicamente e chimicamente sul corpo, ma intervenendo sull’energia, cioè sfruttando proprio i campi elettromagnetici emessi dal corpo del paziente. 

In quegli anni che Morell realizza il primo apparecchio di biorisonanza in grado di captare proprio le oscillazioni del campo elettromagnetico del corpo umano e di tradurle in impulsi che possano fornire indicazioni dal punto di vista terapeutico. Un filtro era in grado di separare le frequenze fisiologiche sane da quelle patologiche.
Le prime servono da spia per indicare quali interventi terapeutici mirati adottare.

Il contributo di NAET alla  Biorisonanza

Nel 1986, la dottoressa Devi Nambudripad, in California, ha scoperto che lo stesso principio, quello dell’interazione tra vari campi elettromagnetici, biologici e non,  può essere  applicato al corpo umano attraverso un particolare utilizzo di  tecniche energetiche naturali, come  la chiropratica, kinesiologia applicata,  terapia cranio-sacrale ed agopuntura.  

Questa tecnica multidisciplinare  ha alla base  quindi l’utilizzo naturale delle biofrequenze,  cioè la somma delle onde elettromagnetiche che le cellule degli organismi vivi emettono.   

Attraverso l’applicazione di questo metodo, ha cambiato la vita a decine di migliaia di persone affette di allergie, intolleranze e qualsiasi altro tipo di squillibrio, migliorando il loro stato di salute, per sempre. 

Biorisonanza: come funziona?

Induce  l’organismo a ritrovare l’equilibrio energetico in maniera autonoma: lo squilibrio energetico è di fatto considerata la causa di malattie o disturbi funzionali. Riportare nel corpo gli equilibri vuol dire dunque riportare nella strada della guarigione da patologie o disturbi funzionali.


Il bilanciamento biofrequenziale avviene eliminando le interferenze provenienti sia da fattori esterni sia da squilibri energetici interni attraverso delle  onde elettromagnetiche (OEM) che risuonano come un segnale radio che la cellula riesce a decodificare.

Scopo della terapia

Scopo della biorisonanza è di ridurre e laddove è possibile, eliminare le onde elettomagnetiche (OEM) che forniscono le informazioni patologiche alla cellula umana, cercando di isolare le OEM negative e rafforzare invece le OEM positive. 

In questo modo si possono isolare le informazioni patologiche e invertirle, dando vita al fenomeno della “trasmissione speculare”.

Il trattamento implica la riduzione, o la completa eliminazione, delle frequenze patologiche ed il ripristino delle capacità di controllo sull’organismo. Se migliora la situazione energetica biofisica automaticamente si evidenzia una graduale normalizzazione dei processi biochimici che terminano con la guarigione del paziente.

Biorisonanza: a chi si rivolge?

Si tratta di una terapia che può essere realmente utile per chi soffre

   •        di deficit del sistema immunitario

    •        di allergie di tipo alimentare e ambientale

    •        intossicazioni da veleni


Utile nel trattamento di patologie come :

    •        asma bronchiale

    •        cefalea

    •        dolori mestruali

    •        eczemi o dermatite atopica

    •        patologie gastrointestinali

    •        poliartrite


La tecnica della biorisonanza serve e aiuta a:

    •        combattere i virus

    •        stimolare la cicatrizzazione delle ferite

    •        rinforzare il sistema immunitario

    •        coadiuvante nell’utilizzo di terapie farmacologiche.


Vediamo con attenzione tutti i campi di applicazione di questo trattamento olistico.



Biorisonanza: quando utilizzarla


Il trattamento può non mostrare effetti immediati così come può avvenire con trattamenti di tipo farmacologico della medicina tradizionale: è una cura più lunga che può accompagnare la cura tradizionale attivando e stimolando il corpo a regolarsi con le proprie forze.


Trattandosi di una medicina regolatrice, come è anche l’agopuntura o l’omeopatia, anche la biorisonanza può non avere effetti immediati.


La terapia della biorisonanza si è dimostrata efficace anche in ambiti che di norma sono poco praticabili dalla medicina classica come ad esempio nella terapia antiallergica, nell’eliminazione delle tossine, intolleranze alimentari.


In aiuto alla medicina tradizionale

La biorisonanza può amplificare le frequenze elettromagnetiche dei farmaci ed eliminare eventuali allergie contro farmaci assunti come ad esempio gli antibiotici.


Il metodo della risonanza bio può quindi essere utilizzato come metodo integrativo che aiuta le cure tradizionali portando anche a ridurre le quantità di farmaci da assumere limitando così anche gli effetti collaterali abbassando il livello di intossicazione nell’organismo.


Medicina dello sport

Questo trattamento può essere utilizzato anche in ortopedia nei casi di fratture, sindrome del tunnel carpale, artrosi, artrite e periartrite, neuropatie, lombalgia, sciatalgia, mialgie, gotta e nella medicina dello sport per accelerare la guarigione nei casi di epicondiliti, traumi muscolari, stiramenti, rotture, distorsioni con e senza lesioni legamentose, crampi, gonalgia, pubalgia…


Viene utilizzata anche durante le gare sportive come metodo di defaticamento con azione antiossidante determinando la riduzione 37% radicali liberi oppure come attivatore pre-gara.


Biorisonanza per smettere di fumare

Lo studio sulla stimolazione elettromagnetica biologica ha infatti dimostrato che la biorisonanza può essere utile per combattere le dipendenze come quelle dovute ad anfetamina, eroina ma anche quelle più semplici e comuni come il fumo di sigaretta.

La nicotina è in grado di attivare specifici recettori chiamati nicotinici che offrono sensazione di assoluto benessere al fumatore: da questa sensazione nasce la vera dipendenza che è il tabagismo.

La stimolazione elettromagnetica biologica non invasiva potrebbe essere una terapia per curare questa dipendenza. Le frequenze terapeutiche possono infatti ridurre fino ad eliminare le tossine nocive che entrano in contatto con il corpo e le cellule dopo la terapia sono in grado di autoregolarsi rifiutando la tossina.


Biorisonanza: altre indicazioni

Questa medicina alternativa, può essere utilizzata anche per altri disturbi :

    •        stanchezza cronica e affaticamento

    •        stress, ansia attacchi di panico

    •        disturbi del sonno

    •        riabilitazione motoria

    •        training mentale e concentrazione mentale


Può inoltre essere utilizzata per completare la cura di patologie complesse come:

    •        astenia post-infettiva

    •        demenze senili

    •        fibrosi cistica del pancreas

    •        insufficienza venosa

    •        linfopatie con edemi

    •        Morbo di Parkinson

    •        patologie neurovegetative

    •        piede diabetico

    •        sclerosi multipla

    •        sindrome della stanchezza cronica

    •        ulcere da decubito o post radioterapia


Prepararsi alla terapia:

Prima di effettuare una seduta di biorisonanza non è necessaria alcuna preparazione particolare. Unico consiglio, nel giorno della pratica, bere acqua, evitare grossi sforzi fisici, non bere alcool e non fumare prima del trattamento, non esporsi a lungo al sole.


Biorisonanza: controindicazioni

La biorisonanza  non ha particolari controindicazioni, né a livello fisico né tanto meno psicologico.

E’ un trattamento completamente indolore, l’intensità utilizzata dalla risonanza è decisamente inferiore all’intensità del campo magnetico terrestre e agisce non sulla potenza ma sulla frequenza elettromagnetica.


A differenza infatti della medicina tradizionale dove i sistemi diagnostici danno certezze che vanno a servizio di medici professionisti che prescrivono cure nella certezza delle loro azioni, nel caso di pratiche non convenzionali è fondamentale il ruolo dell’operatore e del rapporto che si consolida tra paziente e operatore stesso.


Biorisonanza: la normativa italiana

In Italia la biorisonanza   viene consigliata e usata in cliniche e da centri medici come completamento di terapie convenzionali.

Einstein ha dimostrato che la materia ha una dimensione energetica quindi fisicamente anche la materia vivente può ricevere, immagazzinare e cedere energia, in dettaglio questa energia è collegata ai fotoni che dal punto di vista fisico sono considerati quanti del campo elettromagnetico.


Il primo fisico a teorizzare la presenza dei fotoni fu nel 1922 il biologo russo Gurwitsch. La conferma scientifica della esistenza dei biofotoni si ha da parte del prof. Facchini con l’introduzione nella fisica nucleare di un rivelatore molto sensibile alla luce chiamato tubo fotomoltiplicatore. Con questo strumento si è potuto dimostrare l’emissione di biofotoni legato al DNA in particolar modo durante la sua replicazione. L’aumento di biofotoni in tessuti cancerosi indicava l’intensa attività replicativa delle cellule accompagnata quindi dalla cosidetta “radiazione mitogenetica”.


Secondo il fisico Popp l’energia elettromagnetica gioca un ruolo fondamentale nei processi biologici in quanto è in grado di influenzare l’energia cinetica delle reazioni sia a livello atomico che molecolare, il corpo umano deve mantenere sempre una condizione di equilibrio, tale condizione viene mantenuta grazie a questo tipo di energia che condiziona direttamente l’omeostasi della singola cellula, del tessuto, dell’organo e quindi dell’intero organismo proprio perché vibrando con delle frequenze caratteristiche si sincronizzano tra loro i messaggi entrando in risonanza tra loro.


Secondo Popp i biofotoni nascono dal nucleo cellulare o meglio dal DNA in grado di ricevere e inviare i segnali elettromagnetici. Da questo punto di vista, attraverso meccanismi elettromagnetici, si potrebbero evincere i legami che intercorrono tra la medicina quantistica, l’omeopatia e l’agopuntura.


Le radiazioni emesse dalle cellule sono molto deboli ma di una qualità che li predispone ad essere trasmettitrici di informazioni, in pratica l’irradiazione non è caotica ma è formata da vibrazioni stabili come la luce laser ma a differenza di quest’ultimo non viene proiettato fuori dal sistema ma rimane intrappolata fungendo da collante e coordinatore degli stessi sistemi. Questa proprietà è detta “coerenza” e solo grazie a questa si possono memorizzare delle informazioni utili.


Se l’acqua viene immersa in un campo elettromagnetico i dipoli si orientano in macromolecole chiamate cluster dove le singole molecole oscillano in fase tra loro. Tra questi sistemi coerenti in fase c’è la possibilità di un dialogo sottile senza scambio di energia, coinvolgendo solo le fasi. Nel corpo umano i cluster di acqua presenti nella matrice sono influenzati direttamente dal ph e dalla temperatura. A questo proposito cito i benefici dell’idroterapia per rigenerare la matrice attraverso una ginnastica vascolare.


L’energia prodotta dalle reazioni biochimiche ai margini dei cluster non si dissipa sotto forma di calore ma di onde e.l.m. dando luogo ad un'altra forma di coerenza. 


In questo passaggio fondamentale si viene a creare una relazione biunivoca tra la chimica e la fisica poiché le molecole non reagiscono spinte dal caso ma in funzione del principio di risonanza magnetica se le loro frequenze si vengono a riconoscere. Ecco perché ci sono reazioni biochimiche privilegiate che avranno una cinetica favorita rispetto ad altre, che producendo energia elettromagnetica potranno portare la loro influenza anche a distanza in altri distretti.

Questo tipo di informazioni elettromagnetiche nelle diluizioni omeopatiche si trasmette con l’acqua mentre nella terapia della biorisonanza con i cavi. Le informazioni che emette un essere vivente possono essere collegate a situazioni fisiologiche o patologiche e possono essere captate dal corpo tramite degli elettrodi.


Il DNA, come già detto, grazie alla sua struttura a doppia elica cava e spiralata possiede la capacità di immagazzinare i fotoni, secondo Bischof non è un caso che molte biomolecole posseggono una geometria di antenna a forma di spirale simile al DNA, infatti alcuni esempi sono amminoacidi destrorsi, zuccheri sia destrorsi che sinistrorsi, emoglobina, melanina, ATP, a livello cellulare i microtubuli, a livello di tessuti le ossa, la cartilagine, la cheratina nella pelle, nei capelli e unghie e il collagene nel tessuto connettivo. Quindi è chiaro che ogni molecola, cellula, organo emette onde elettromagnetiche sottili prodotte da biofotoni quindi tutti i processi biochimici sono regolati da oscillazioni elettromagnetiche. Popp afferma che la malattia prima di manifestarsi con i classici sintomi si manifesta con una oscillazione elettromagnetica caratteristica che porta nell’ organismo a regolazioni errate del sistema cibernetico.


Di fondamentale importanza oltre che innovativa è questo tipo di informazione che a differenza della fisiologia classica che basa la trasmissione sulla depolarizzazione della membrana cellulare in seguito all’alterato equilibrio na-k, con la trasmissione dell’ informazione attraverso onde e.l.m. la velocità è superiore.


La differenza tra energia fotonica e campi e.l.m. non è ancora chiara, possiamo affermare che qualsiasi forma di energia emana onde e.l.m. dove ci sono all’interno dei fotoni con funzioni di informazioni.


Secondo il dott. Azima noi abbiamo 7 corpi all’interno dei quali la materia diventa sempre più rarefatta fino ad arrivare alla dissoluzione completa.

La medicina allopatica agirebbe nel primo corpo, nel secondo corpo detto energetico agiscono l’agopuntura e la riflessologia sui meridiani, nel terzo corpo detto emozionale agiscono le terapie come la bioenergetica e l’auricoloterapia che sfruttano le connessioni tra i vari organi. Nel quarto detto astrale agisce la medicina omeopatica e la biorisonanza. Nel quinto detto mentale, l’ ipnosi. Negli ultimi due corpi sono connessi a livello spirituale e non esiste più l’identificazione con l’Io.


Ecco perché la medicina allopatica è limitata in quanto tiene conto solo del corpo fisico mentre il rapporto uomo-malattia è molto più complesso, infatti nel sistema della step therapy si incomincia dall’acqua e dal cibo poi si tolgono le altre interferenze come cicatrici, amalgami dentali, intossicazione da veleni , vaccini, stress geopatici.


Morell in base ad una serie di esperimenti sugli effetti di farmaci, ha dimostrato che questi emettono onde e.m. che possono essere misurate con gli strumenti che si basano sui principi dell’elettroagopuntura di Voll. Queste vibrazioni si possono inviare e ricevere via cavo, al fine di individuare, indebolire o azzerare le frequenze all’interno di un organismo.